sabato 19 luglio 2014

CATTANEO: IL SOGNO DELL'ITALIA FEDERALE E DELL'AUTONOMIA DEI POPOLI


MILANO (PDN) - Cosa è rimasto del pensiero di Carlo Cattaneo? Ad oltre due secoli di distanza dal dibattito che riguardò il modo con cui doveva essere organizzato un paese - l'Italia - che in realtà unito non lo è mai stato sin dai suoi albori, se n'è parlato nel corso della presentazione dell'ultimo lavoro di Romano Bracalini ("Cattaneo", nda) che traccia uno scorrevole e godibilissimo ritratto dell'illuminato federalista.
Ha fatto gli onori di casa, Leonardo Facco che ha fatto un excursus storico su un tema che in questi ultimi anni e' stato violentato a ripetizione dai partiti appartenenti al regime di Roma ladrona, per apparire portavoce di un cambiamento che in realtà, in maniera gattopardesca, non c'è mai stato.
"Nel 1995 - ha esordito - i tempi sembravano maturi per una rivoluzione epocale e questo a torto o a ragione e' stato uno dei meriti della Lega Nord che era andata oltre il solito recinto destra e sinistra. Il federalismo sembrava essere la chiave di volta di un sentimento nuovo, che venne però dimenticato ben presto dalla stessa Lega. Ammetto che non conoscevo all'epoca Carlo Cattaneo, eppure ho poi scoperto che e' stato un imprescindibile punto di riferimento per chi abbraccia questa idea e l'unico paese dove vengono applicate in toto le sue idee come tutti sappiamo e' la Svizzera. Del resto non c'è da stupirsene perché già allora aveva compreso cosa mai poteva diventare l'Italia, andandosene in esilio. Non si è mai parlato di federalismo nel nostro paese, come in questi ultimi 20 anni. Ma non sempre nella maniera corretta, perché è diventato un modo per inaugurare nuovi modi dietro cui si è in realtà camuffato il centralismo. Abbiamo sentito parlare di federalismo fiscale, federalismo scolastico, federalismo demaniale.....insomma, si è abusato in maniera assurda di questa idea. Siamo nella Milano dove il sindaco Pisapia ha pensato bene di dedicare un murales a Mandela, mentre il monumento che ricorda Carlo Cattaneo versa in uno stato pietoso e vergognoso. Questo perché ci troviamo in un paese privo di memoria e di ciò la Lega ha gravissime colpe, perché le promesse fatte sono sempre state puntualmente disattese. In questo, devo riconoscere, la sinistra e' stata assai più furba in questi anni".
"Questo stato o salta, e sono sempre li' con l'orecchio teso e pronto ad aspettare - ha affermato senza misure Bracalini - oppure non cambierà mai. I paesi non si uniscono sulla base della comunanza linguistica, ma sulla base di un comune destino e comuni interessi. Di questo, Cattaneo se n'era reso conto già nel 1848 quando decise di andarsene, per tornare successivamente e per poco tempo, solo per vedere com'era ridotta la sua Milano che da asburgica stava diventando, con suo grande disappunto, savoiarda. Oggi invece - pensate un po' - e' diventata levantina! Voleva uno stato federale al Nord, ed intendeva comprendere quelle regioni che avevano un sentimento comune perché magari legate da un patriottismo di città e non di unità nazionale. L'Italia e' sempre stata basata sulle contrapposizioni ed i campanili, e le lotte si facevano contro il Principe, che oggi potremmo tranquillamente paragonare al sistema dei partiti. Il popolo, diceva Cattaneo, per essere padrone della libertà deve poterla detenere. Concetto oggi sublimato in Svizzera, dove le istituzioni più vicine ai cittadini decidono e non a caso era diventato il punto di riferimento di questo grande personaggio, che aveva anche capito che l'Italia era rimasta indietro nello sviluppo delle leggi e della cultura. Retaggio che ci trasciniamo dietro ancora oggi, se pensiamo ad esempio alla Costituzione del 1948 che limita, invece di attribuire, i poteri del popolo. Ma non me ne stupisco, se penso che già Machiavelli nel 1500 quando parlava di italiani, aveva già intuito che questo popolo non poteva mai avere senso civico. L'avvento del fascismo poi fece il resto, insieme al sistema dei partiti. Questo paese, e' bene dirlo, purtroppo non si svilupperà mai perché c'è una parte del paese che campa alle spalle dell'altra, in maniera del tutto parassitaria ed improduttiva. Cattaneo ha ripreso dopo alcuni secoli l'idea originaria di Machiavelli - ha poi concluso - e parlava sì di Stati Uniti d'Europa. Ma non nel senso di un'unione di banche e lobby come invece sta accadendo oggi, bensì di una confederazione di popoli liberi e sovrani in casa propria, che vanno al di la' di sterili e decrepiti nazionalismi".

Francesco Montanino

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