sabato 4 luglio 2015

PRODOTTI TIPICI DEL MADE IN ITALY: CON LA NUOVA NORMATIVA EUROPEA ANCHE IL FORMAGGIO FINISCE IN "POLVERE"


Ha destato molto scalpore e scatenata l'indignazione di tanti cittadini, la querelle sulla controversa direttiva comunitaria che prevede anche per il nostro paese, la possibilità di utilizzare il latte in polvere nei prodotti caseari, ed in particolare nei formaggi.
Una questione sulla quale però occorre fare chiarezza perché in realtà tutto nasce da un'altra direttiva che ha permesso, già da tanti anni, ai produttori francesi di conquistare i mercati europei (compreso naturalmente il nostro), proprio grazie al fatto che i loro formaggi possono essere prodotti appunto con il latte in polvere.
Una delle tante cervellotiche trovate dei burosauri europei, che in questi anni non ci hanno pensato due volte a colpire il nostro comparto agroalimentare. Già duramente colpito dalla crisi, e che deve pure fare i conti con certi orientamenti comunitari a dir poco bizzarri e discutibili, come la questione delle quote latte, le tonnellate di arance siciliane che ogni anno siamo costretti a mandare al macero solo perché costretti ad importare quelle spagnole e marocchine, o il mistero del vino prodotto in Cina con quelle che sembrerebbero in realtà essere sostanze coloranti!
Ne abbiamo parlato con Oreste Rossi, ex eurodeputato della Lega Nord e di Forza Italia e caduto nell'occhio del ciclone perché firmatario di quell'interrogazione al Parlamento Europeo che - a detta di molti - e' stata quella che ha originato il polverone di questi ultimi giorni. E con Marco Tiberti dell'Associazione dei Consumatori "European Consumers" che da anni si batte contro la multinazionale degli OGM (la Monsanto), e che sul latte in polvere come si leggerà più avanti ha assunto una posizione assai critica.
Due punti di vista decisamente contrapposti ma giornalisticamente necessari, affinché ciascuno possa farsi un'idea corretta in una vicenda dove, come vedremo, emergono evidenti le responsabilità, in realtà poche volte sufficientemente sottolineate, di istituzioni europee come al solito mai dalla parte dei cittadini. E che, quale danno che si aggiunge alla beffa, non perdono piuttosto l'occasione per danneggiare anche le nostre imprese. 
"Innanzitutto - ci tiene a precisare Rossi - io non ho chiesto nessuna direttiva alla Commissione Europea, e nessuna direttiva è stata fatta. Semplicemente ho contestato il fatto che in tutta Europa si potessero produrre gli yogurt con il latte condensato (in vendita in qualunque supermercato) mentre in Italia no. Attenzione, questo significa che chiunque poteva importare quei prodotti in Italia liberamente. Ed era altrettanto ovvio che i costi per le nostre imprese aumentavano. In Europa esiste da anni una direttiva che lo permette, e solo in Italia quei prodotti si potevano vendere ma non produrre. La possibilita' di farlo anche da noi non comporta nessuna differenza per il consumatore, se non una diminuzione dei prezzi. In Francia per rendere l'idea si trovano yogurt a 25 centesimi. Naturalmente poi sta al consumatore comperare quello che preferisce leggendo bene l'etichetta, e scegliendo in base ai suoi gusti e possibilità. Per i prodotti di qualità, inoltre, esistono disciplinari che prevedono uso del latte intero, e tali continueranno ad essere applicati. Si tratta chiaramente di prodotti di fascia piu' economica. Comunque non dimentichiamo che il latte in polvere è usato per l'alimentazione dei neonati e per gli sportivi. Così come le proteine degli integratori, derivano dal latte in polvere. Quindi, nulla di nuovo sotto questo punto di vista. Semplicemente, alcuni prodotti che vengono preparati usando latte in polvere o concentrato, potranno essere prodotti anche in Italia anziché essere importati, e nessuno vieta nel contempo ai produttori di continuare a usare latte intero. Chi invece vendeva prodotti francesi o tedeschi o olandesi fatti in tutto o in parte con latte in polvere e di libera importazione, si troverà finalmente la concorrenza di chi li produrrà in Italia. 
Questo significa che non solo i caseifici non chiuderanno, ma avranno anche più   lavoro, potendo fare prodotti che fino ad ora si potevano solo importare".
Su cosa abbiano bisogno le nostre imprese agroalimentari per non subire gli attacchi della concorrenza sleale rappresentati dai prodotti copia, come ad esempio il Parmesan che è un'imitazione mal riuscita del Parmigiano, l'ex europarlamentare non ha dubbi, puntando il dito contro il nostro governo. "Per quanto riguarda la filiera alimentare credo che quella italiana sia la migliore al mondo e possa continuare a crescere grazie alle esportazioni. I prodotti contraffatti devono essere perseguiti in ogni modo. Qui si che il Governo dovrebbe battere i pugni sul tavolo europeo per ottenere che in tutti i Paesi aderenti sia vietata la vendita dei marchi fasulli o simili a quelli dop, non solo italiani ma anche francesi e di altri paesi. Certo - prosegue Rossi - dobbiamo stare attenti anche alle truffe di casa nostra come ad esempio lo scandalo dei prodotti bio che in realtà non solo bio non erano, ma che non erano addirittura neppure italiani. Oppure il caso clamoroso del tartufo d'Alba venduto in tutto il mondo a tonnellate, manco si coltivasse come le patate. Potrei elencarne ancora tanti altri di casi analoghi. Un passaggio, però, lo voglio fare sull'importanza della etichettatura. Mi preme evidenziare che mi sono sempre battuto perché fosse il più possibile chiara. Deve essere informato il consumatore che sceglie cosa vuole. E non la ditta che invece nasconde qualcosa. I produttori seri e di qualità possono aggiungere diciture che spiegano meglio il prodotto, come ad esempio "chilometro zero", così come "pasta tirata a mano" oppure "prodotto nella nostra cascina" e così via. Così com'è fuori discussione - conclude l'ex europarlamentare - che debbano esserci controlli seri e frequenti, e che chi sgarra deve pagare".
Di ben altro avviso invece Marco Tiberti dell'Associazione a difesa dei consumatori "European Consumers" che di latte in polvere nei formaggi ed in altri prodotti caseari, proprio non ne vuole sapere. "La Commissione Europea - premette Tiberti - ha inviato una lettera all’Italia per chiedere la fine del divieto di detenzione ed utilizzo del latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto da una legge nazionale che risale al 1974. Per Bruxelles la norma rappresenta una restrizione alla «libera circolazione delle merci». Per noi, invece è un vero e proprio anticipo del famigerato TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). Dal sito istituzionale del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) si legge: "Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, in merito alla diffida da parte della Commissione europea sulla fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, tranquillizza la Nazione affermando:  “È importante comunque ribadire che non sono interessati da questa vicenda i nostri grandi formaggi Dop, per i quali non sarà mai possibile l'utilizzo di materie prime diverse da quelle previste dai disciplinari. Nel frattempo continueremo a portare avanti un lavoro di confronto con le organizzazioni agricole e con la filiera, insieme gli altri Ministeri interessati, per evitare penalizzazioni da parte dell'Unione Europea". Un distinguo gravissimo a nostro dire, che di fatto fa intuire una palese posizione di apertura del Ministro Martina alla decisione della Commissione Europea di produrre formaggi con latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito. L’ennesimo colpo al cuore del Made in Italy d’eccellenza, ove centinaia di caseifici italiani, per questa prona e suicida decisione del MIPAAF, rischiano di chiudere i battenti!! Rammentiamo al Ministro Martina che l’Italia, oltre a qualche decina di prodotti DOP, vanta ben 450 formaggi tradizionali fatti con latte fresco di alta qualità. Vogliamo forse rottamarli? Ripeto, 450 formaggi tra magri a pasta molle quali la crescenza, lo stracchino, la robiola, il fior di latte e la mozzarella. O magari più calorici come il mascarpone, ricavato dalla panna del latte, o ancora il burrino, lo squacquerone, il caciocavallo;  quelli sottoposti ad una lunga stagionatura, come il grana, gli erborinati, come il gorgonzola e il noto pecorino romano, siciliano e  sardo, per citarne alcuni.  Usando latte in polvere e concentrato si perderanno le proprietà organolettiche e nutrizionali dei formaggi che verranno completamente azzerate nel gusto, profumo e consistenza. Infatti, come è noto il latte cambia sapore persino in base all’alimentazione dell’animale, al periodo di mungitura, e se infime vive in pianura, in collina o in montagna. In conclusione, "European Consumers" e' assolutamente contraria alla decisione della Commissione Europea di usare latte in polvere, concentrato o ricostituito per i formaggi italiani, ed anzi invita i consumatori a prediligerli biologici ed OGM/free. Lo diano, per i motivi sopra esposti, alla BCE ed ai loro lacchè - rincara la dose Tiberti - perché come ho potuto ben dimostrare fa male. A dirlo, non sono però soltanto io, ma anche l'UNICEF e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, nda) che hanno evidenziato come ogni anno nel mondo un milione e mezzo di bambini muoiano per denutrizione ed altre patologie, perché non sono allattati con il seno materno. Dal punto di vista scientifico, infatti, il latte materno contiene sali e proteine indispensabili per la crescita. E la sua mancanza espone i bambini, sopratutto quelli delle società povere, ad un rischio di mortalità 25 volte superiore rispetto a chi invece ha la fortuna di poter ricevere il latte dalla propria madre. È possibile infatti ridurre le possibilità di contrarre leucemie, gastroenteriti, polmoniti ed infezioni alle orecchie, con il latte materno. Per non parlare poi della scarsa igiene del biberon! Il latte in polvere piuttosto è una fonte di guadagno formidabile per le multinazionali che lo producono, ed il mio sospetto è che queste direttive europee servano come al solito a privilegiare le lobbies ed i centri di potere. Ci sono troppi interessi economici in ballo come, ad esempio, testimonia la presenza della Nestlè (del gruppo Monsanto) in questo particolare business".

Sul destino delle produzioni nostrane, anche Tiberti se la prende con la totale indifferenza della nostra classe politica, non risparmiando vere e proprie bordate agli inquilini di Camera e Senato. "Non c'è assolutamente la volontà politica di tutelare il "Made in Italy" - sbotta il presidente di "European Consumers" - perché i nostri parlamentari sono buoni solo a fare spot per accaparrarsi i voti in campagna elettorale, ovvero solo quando serve loro. La nostra associazione è da anni che sta combattendo in prima linea per porre all'attenzione dell'opinione pubblica questi temi così scottanti, come quello ad esempio degli OGM. Occorre tutelare le caratteristiche geomorfologiche del nostro territorio, valorizzandone le immense risorse. Non abbiamo bisogno dei pesticidi, di OGM o di qualsiasi altra cosa - ribadisce Tiberti - che possa svilire la qualità delle nostre produzioni, danneggiando pure la nostra salute!"
Insomma, le posizioni sono molto chiare, e ciascuno si sarà certamente fatta la propria idea su questa particolare vicenda, dove l'elemento che accomuna sia Rossi che Tiberti sta nell'individuazione di enormi responsabilità da parte di chi dovrebbe essere preposto a tutelare i nostri interessi e che invece come al solito non lo fa, in nome di potenti interessi lobbistici ed economici.
Quel che è certo - casomai ci fosse ancora bisogno di un'ennesima conferma, in tal senso - è che l'Unione Europea continua e continuerà purtroppo a rappresentare un grosso pericolo ed un enorme ostacolo. Sia per la nostra salute che per l'attività dei nostri produttori, con prevedibili quanto negative ricadute occupazionali.

Francesco Montanino





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